di Jessica De Matteis
Con l’inizio del nuovo secolo, in Spagna,si è consolidato un indispensabile processo di recupero della memoria storica riguardante la guerra civile e il franchismo, come reazione al silenziamento dei crimini franchisti e del trauma che hanno generato. In particolar modo, la cultura e la letteratura hanno rappresentato un importante strumento per ampliare la conoscenza degli aspetti più drammatici del conflitto civile e della dittatura, tra i quali l’esilio, la repressione, le fosse comuni e la violenza su donne e bambini. Tuttavia, è necessario considerare che il recupero della verità storica ha prodotto inevitabilmente una memoria prototipica del conflitto, lasciando al margine non solo episodi, personaggi e storie che ancora non sono stati riscattati dall’oblio, ma anche nuove possibili prospettive a partire dalle quali rivalutare il passato traumatico. A questo proposito, sono da considerare le ripercussioni e i punti di vista internazionali del conflitto civile e del franchismo; l’importante testimonianza che rappresentano fonti come cronache, racconti, memorie, giornali; la memoria coloniale della Spagna in Africa e la memoria culturale. A partire da queste considerazioni, dall’8 all’11 marzo 2022 si è svolto il Congreso Internacional Memorias periféricas de la guerra civil y el franquismo: literaturas, culturas e ideologías presso la Facultat de Filologia, Traducció i Comunicació della Universitat de València, costituendo un importante punto di incontro per numerosi studiosi e accademici.
L’evento, che ha ospitato un totale di undici conferenze plenarie e ventuno sessioni tematiche, si è svolto parallelamente in quattro sale ed è stato trasmesso in diretta streaming ad accesso aperto, offrendo moltissime occasioni di dibattito. I principali temi trattati sono stati: la memoria coloniale; i generi letterari (romanzo, teatro, poesia e comic) in relazione alla memoria storica; il punto di vista di diversi paesi europei (Polonia, Italia, Jugoslavia, Ungheria, Germania e Austria) e americani (tra cui Cile, Stati Uniti e Argentina) rispetto alla guerra civile e al franchismo; il riscatto della prospettiva femminile; la figura del perpetrador e le sue proiezioni letterarie; le sessualità dissidenti, con riflessioni sui dogmi imposti dallo Stato franchista e dalla Chiesa; l’ostilità nei confronti della letteratura catalana e, in generale, di quella prodotta nelle lingue delle attuali comunità autonome spagnole; il recupero di storie di resistenza poco esplorate dalla storiografia. Uno dei temi che ha acceso maggiormente il dibattito e, soprattutto, l’interesse del partecipativo pubblico, è stato la repressione dell’omosessualità da parte dello Stato franchista e, in particolar modo, i terribili trattamenti di conversione.
Il Convegno ha senz’altro trasformato per quattro giorni l’Università di Valencia in un luogo di incontro per studiosi di diversi ambiti letterari, i cui contributi hanno arricchito le prospettive sulla memoria storica e contribuito ad allargare gli orizzonti sulla guerra, sulle ideologie e sulla cosmogonia del franchismo, come anche sui contesti politici, economici e diplomatici che hanno sostenuto la dittatura. Il valore aggiunto, però, è stata l’amplissima partecipazione dei giovani studenti universitari, che hanno assistito alle diverse sessioni mostrandosi realmente interessati al riscatto della memoria storica del loro paese e alla riflessione sul tipo di democrazia che vogliono costruire.
Per saperne di più, visita la pagina del Convegno, con il programma completo.